Massimo Pietroselli: romanzi e antologie

giovedì 20 dicembre 2007

Il Pitagora del "giallo"

Thomas Narcejac ha dato vita insieme a Pierre Boileau a una delle poche coppie di scrittori della letteratura poliziesca (le altre sono Ellery Queen e F & L). Sono stati maestri del suspense (da loro romanzi sono stati tratti film come "Vertigo" e "I Diabolici"), creatori di apocrifi di Arsenio Lupin... e teorici del poliziesco.
In un saggio del 1975, "Il romanzo poliziesco" (temo fuori catalogo), Narcejac, per una volta senza Boileau) utilizza la simbolica figura del Triangolo per illustrare una sua personale e geometrica definizione di "mystery". In sostanza, Narcejac distingue tre possibili strutture: il romanzo-enigma propriamente detto (il giallo classico, insomma, basato sulla domanda: "chi è stato?"), il suspense e il thriller.
Io credo che sia molto valida e, visto che sul mystery si fa sempre un gran definire e distinguere, forse è opportuno sentire l'opinione di uno che queste cose le masticava.

... Ogni romanzo poliziesco fa appello a tre personaggi-chiave: il cacciatore, la preda e la vittima. Nel romanzo-enigma classico è la vittima a dare il segnale della caccia, e subito dopo si fa dimenticare. Nel thriller tutta l'attenzione si accentra sullo scontro tra poliziotto e criminale, e in questo scontro cadono numerose vittime, che si notano appena. Al contrario, nel romanzo suspense la vittima diventa il personaggio principale. Qualcuno è minacciato; qualcuno sente avvicinarsi il pericolo e cerca invano di mettersi al riparo. Qualcuno diventa in tal modo un personaggio che noi pian piano impariamo a conoscere, un personaggio che ha un' "intimità" e che, di colpo, diventa avvincente...
... Se, dimenticando il cacciatore e la preda, facciamo attenzione all'esca, al richiamo, alla bestia al paletto, al capro che sta per attirare la tigre e già la sente ansimare nelle vicinanze, naturalmente la prospettiva cambia del tutto. Dentro di noi sorge all'improvviso un senso di pietà, e la pietà è un sentimento esigente. Dal momento in cui si comincia a interessarsi a un personaggio, si vorrebbe sapere tutto di lui. La sua vita, legata a un filo, diventa sempre più preziosa... si decifra un destino.

Questo ingranaggio che è il poliziesco, basato su tre vertici e sulle possibili relazioni tra loro, funziona con due tipi di carburante: il primo è la curiosità (chi è stato?). Il secondo, per Narcejac assai più interessante e letterariamente pregnante, è l'emozione, l'empatia verso il personaggio il cui destino bisogna decifrare.

... Il romanzo suspense si trova di colpo in possesso di ciò che manca al romanzo-enigma e al thriller, vale a dire della dimensione psicologica... per la prima volta arriviamo a sfiorare il romanzo, anche se, sotto i nostri occhi, ci sono ancora e sempre un'enigma e un'inchiesta.

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